Tratto dal Mattino di Salerno del 01/03/2008 Don Merola
«A’ voce d’e criature» avrà una sede operativa anche a Salerno. L’annuncio è venuto dall’animatore della Fondazione, il prete anti camorra don Luigi Merola (nella foto), ospite della trasmissione di Telecolore «SpecialeTg». E proprio in diretta televisiva è arrivata la disponibilità della Feneal Uil, il sindacato guidato da Luigi Ciancio, ad offrire mezzi e strutture per ospitare
Proprio da De Luca il parroco anti-camorra aveva ricevuto incoraggiamento e disponibilità per costruire a Salerno una articolazione della Fondazione che a breve entrerà in attività a Napoli per sviluppare progetti di aggregazione sociale e formazione dei ragazzi a rischio. «Non so se loro - ha detto con una battuta don Luigi riferendosi al rapporto instaurato con il sindaco di Napoli Iervolino e quello di Salerno De Luca - hanno investito su di me o io su di loro...». È un fatto che la sfida potrà essere raccolta anche dal mondo produttivo salernitano. Un ritratto a tutto tondo quello che, nel corso della trasmissione, don Luigi ha scolpito di se stesso attraverso le domande puntuali del suo intervistatore, il direttore di Telecolore Franco Esposito. La vocazione, l’impegno sociale sulla trincea di Forcella, l’assassinio della giovane Annalisa Durante, le minacce di morte e, oggi, prete costretto a vivere scortato da due carabinieri che «sono i miei angeli custodi terreni - ha detto il sacerdote - ma anche amici che condividono un progetto». Se «il nostro silenzio è la forza della criminalità» quel mutismo va rotto. Urlando, denunciando. Ma soprattutto non derogando all’impegno. Al quale nessuno deve sottrarsi. Così don Luigi ha chiamato in campo le istituzioni e la politica («recida i rapporti con i clan»), le famiglie («non stancatevi di dialogare con i vostri figli»), la scuola ma anche il mondo ecclesiastico. «Le nostre chiese - ha affermato - non possono essere uffici o musei. Devono essere sempre aperte». E anche i sacerdoti non devono essere nè burocrati ne amminsitratori: «Siano attori della carità», ha sottolineato don Luigi criticando quei parroci (l’e.mail di un telespettatore ha segnalato il caso specifico di un parroco della zona orientale) che «addirittura applicano tariffe per amministrare sacramenti». Quei confratelli sbagliano perchè «non spargono amore», ha attaccato il sacerdote, e fanno il paio con quelle «istituzioni assenti» che don Luigi, nell’inter vista a Telecolore, indica come i varchi che pericolosamente si aprono nella trincea della legalità e favoriscono il dilagare della cultura della violenza. red. pol.
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